L’evento speciale dedicato ai Social Media si è svolto a Rimini l’8 e il 9 novembre scorsi e ha coinvolto 1200 partecipanti, con un programma ricco di interventi tecnici e dibattiti sul presente e sul futuro dei social network. Ecco il nostro racconto.
2 giorni, 10 sale tematiche, 60 esperti del settore: la quinta edizione del Social Media Strategies si è rilevata un’incredibile esperienza formativa per i professionisti dei social media e noi dello Studio Mado non potevamo mancare.
Sono state molte le novità emerse nel corso della due giorni che ci hanno permesso di approfondire il mondo complesso dei social media, in tutte le sue sfumature. Dai dati sullo stato di salute del Social Advertising agli interventi sulle strategie comunicative e di scrittura pubblicitaria che contraddistinguono i social media, passando per l’intervento di Federica Angeli, giornalista di Repubblica sotto scorta per le sue inchieste sui clan mafiosi, che ha commentato il ruolo dei social network nell’ambito della legalità.
Un quadro aggiornato sulla situazione attuale dei social network è stato delineato nel corso del primo intervento da Andrea Lamperti, direttore di Osservatori Internet e Media: “Il 91% della popolazione internet italiana utilizza almeno un social network nel corso della giornata”. I social rappresentano la principale fonte di informazione e vengono utilizzati per approfondire successivamente le notizie sul sito degli editori. “Non esistono dei picchi, i momenti d’uso si spargono lungo tutta la giornata, facendo dei social un canale di comunicazione costante. L’unica cosa che cambia è il tipo di device utilizzato, con il 78% degli utenti che utilizza lo smartphone come primo gesto al risveglio”, ha proseguito Lamperti, che successivamente ha focalizzato l’attenzione sui tipi di contenuti fruiti su Facebook: i video user generated content.
Lo strumento Facebook Analytics è stato il fulcro dell’intervento di Marco Quadrella, COO Area Consulenza di Search On Media Group. L’esperto è partito dal funzionamento della reach, che viene determinata attribuendo dei punteggi ai post, definiti sulla base di alcuni elementi tra cui ora del giorno, velocità di connessione, probabilità che il contenuto venga visualizzato dall’utente; per poi delineare l’importanza di utilizzare uno strumento per analizzare il comportamento degli utenti: Facebook Analytics, appunto. Un tool fondamentale non solo per tracciare i segmenti di utenti che hanno acquistato dopo aver visualizzato il nostro post o aver visitato la pagina Facebook, ma anche per individuare chi non è più tornato sulla nostra pagina, costruendo campagne di advertising ad hoc su questi segmenti.
Molte aziende, però, non tracciano le conversioni, o lo fanno nel modo sbagliato. L’intervento di Veronica Gentili, co-founder di Glisco Marketing, ci ha permesso di approfondire come devono essere monitorate le conversioni online. Inserire il Facebook Pixel, assicurandosi che venga caricato correttamente, è fondamentale per tracciare l’effettivo ritorno degli investimenti pubblicitari. Spesso, c’è un customer journey e l’utente acquista a distanza di tempo. Attivare il tracciamento, pertanto, permette di osservare il comportamento di una persona che vede la nostra inserzione o clicca, fino a 28 giorni dal clic.